Depressione

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sia quello di sentirsi “Accolti”

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Depressione

Attualmente la depressione è ampiamente riconosciuta come una questione di salute pubblica significativa.

I dati di ricerca infatti sembrano testimoniare come i tassi di prevalenza e quindi la diffusione del disturbo possano ulteriormente aumentare.

Le condizioni depressive sono comunemente associate ad un’ampia gamma di problemi che includono ritiro sociale, difficoltà lavorative ed alterazioni nel funzionamento interpersonale.

La depressione rappresenta una condizione eterogenea sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista eziologico.

Le sue manifestazioni e le sue cause sono infatti multideterminate e risentono profondamente di una commistione di influenze genetiche, ambientali e delle condizioni individuali.

Tra le possibili cause eziopatogeniche alla base del disturbo depressivo, la ricerca annovera fattori di tipo psicosociale ma anche di tipo genetico e biologico.

Tra gli eventi psicosociali suscettibili di indurre una condizione depressiva reattiva si possono collocare la perdita o la malattia di una persona cara, gravi conflitti all’interno della famiglia, divorzi o separazioni, ma anche cambiamenti nelle condizioni lavorative, spostamenti di residenza e cambiamenti radicali nella cerchia delle relazioni sociali.

QUANDO SI PUÒ PARLARE DI DEPRESSIONE?

Il disturbo depressivo puó esordire ad ogni età, con una media che si aggira intorno ai 25 anni di età. Esiste un’ampia variabilità delle manifestazioni sintomatiche che il disagio puó assumere.

In età adolescenziale e ancor piú in età adulta il disturbo depressivo si esprime, fin dagli esordi, con un notevole cambiamento nell’abituale stile di vita del soggetto colpito.

Cambia radicalmente il rapporto con se stessi e con il mondo.

Non è infrequente che il soggetto depresso trascuri la cura del corpo e del proprio aspetto. Le occupazioni ordinarie e le relazioni interpersonali usuali spesso subiscono una radicale riduzione . Il soggetto depresso appare infatti caratterizzato da una forte inibizione nei confronti del mondo. L’esterno smette di essere il luogo in cui esplicitare le proprie possibilità di azione. L’Altro diventa spazio ostile da cui fuggire.

depressione Studio Diapason Pavia

COME RICONOSCERE LA DEPRESSIONE

In un’ottica clinica la depressione puó essere definita comunemente come un abbassamento del tono dell’umore. Generalmente accompagnato da un rallentamento, piú o meno marcato, di alcune funzioni cognitive:

l’attenzione,

l’ideazione,

la percezione

e da un generale rallentamento psicomotorio.

Le manifestazioni di ciò che nel linguaggio comune viene definito “depressione” sono infatti significativamente debilitanti per l’individuo colpito.

Il soggetto viene pervaso da un sentimento di invincibile tristezza associato a una pervasiva mancanza di energie, da una forte anedonia (ovvero l’incapacità di godere dei normali piaceri dell’esistenza) e afflitto da disturbi vegetativi – tra cui problemi relativi all’alimentazione, al sonno e all’autoregolazione.

Generalmente chi soffre di depressione lamenta di essere costantemente demoralizzato, di provare una marcata tristezza che permane invariata lungo tutto l’arco della giornata e che impedisce di trovare soddisfazione anche in quelle attività che in precedenza l’individuo esercitava con sano piacere.

Questo stato di malessere blocca l’azione, inducendo un forte senso di rabbia che rappresenta, insieme alla tristezza, una delle emozioni di base del soggetto depresso.

L’AIUTO PSICOLOGICO

Le testimonianze cliniche che comunemente si riscontrano in chi soffre di disturbi depressivi, secondo le indicazioni di Eugenio Borgna (illustre rappresentante della Psichiatria italiana contemporanea), potrebbero essere raggruppate dal punto di vista fenomenologico (e quindi dal loro manifestarsi) in aree tematiche specifiche:

Tristezza e sofferenza.

un dolore interminabile e pungente

Angoscia e disfatta della speranza

una disperazione che fa intravedere l’ombra della morte

Esperienza sconvolgente del corpo.

il corpo afflitto dal dolore psichico che diventa carnale, il corpo che si ritrare in se stesso e interrompe i rapporti con il mondo

Ogni storia di sofferenza individuale si snoda attraverso un percorso unico che delinea prospettive e direzioni per affrontare il cambiamento e riuscire a guarire da questo male di esistere. Un intervento psicologico assume senso e puó essere intrapreso, da chi chiede aiuto, solo se si parte dal presupposto del rispetto di un dolore che è unico per la persona. E’ proprio nelle pieghe che la sofferenza assume per ciascun individuo che è possibile intravedere la via di uscita.

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