Capriccio nei bambini: strategie

 capriccio nei bambini IL CAPRICCO NEI BAMBINI: strategie

PSICO PEDAGOGIA

Educatrice Marcella Barbieri
Psicoterapeuta Florinda Bruccoleri
IL CAPRICCIO NEI BAMBINI
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Quale mamma e quale papà, davanti ad una crisi di pianto o di urla del proprio bambino, soprattutto se in luoghi pubblici, non cerca di farlo smettere?
Si mettono in atto anche le strategie più strane…ma siamo davvero sicuri che sia la strada giusta per fronteggiare un “capriccio nei bambini”? 

Il capriccio nei bambini è una caratteristica tipica di una determinata fase di crescita e sviluppo. 

Questa fase generalmente sorge intorno ai 18 mesi e svanisce verso i tre-quattro anni.

Periodo a dir poco impegnativo per mamma e papà!

I bambini possono e devono fare i capricci, altrimenti non sarebbero bambini. Il “capriccio” permette la costruzione della propria unicità. Da qui il bisogno di imporre la propria indipendenza ed autorità, scontrandosi coi limiti e con le regole.

Con i capricci, i bambini stanno mettendo alla prova se stessi ed il proprio mondo relazionale (contesto familiare). Sentono il bisogno fondamentale di capire fin dove possono arrivare con la loro volontà di ottenere qualsiasi cosa e subito. Sono alla ricerca di un limite che, imperniato sulla nostra coerenza, li aiuti a crescere.

Qualsiasi tattica di gestione da mettere in atto però può essere pensata ed attuata solo dopo che si sono effettivamente esclusi altri aspetti significativi, sul piano emotivo e/o relazionale, che il bambino vuole comunicarci.

Se, dunque, siamo di fronte effettivamente ad una messa alla prova, un “capriccio”, una tattica di gestione può essere quella di non dare troppo peso, scegliere deliberatamente di non intervenire per non dare importanza.

Se si tratta invece di richieste materiali si può suggerire la tattica del patteggiamento.

Entrambe vanno a puntare l’attenzione del bambino sul fatto che la modalità del capriccio non è vincente e che ci possono essere altre strade, più proficue, per raggiungere il proprio obiettivo.

In questo modo si incoraggerà il bambino a scegliere strade diverse, con modalità di comportamento più costruttive e più funzionali alla sua crescita. 

Stessa funzione può avere anche il non punire il capriccio, prendendo di petto la situazione, ma piuttosto premiare i comportamenti adeguati.

Come dico spesso ai genitori durante i colloqui o negli incontri di gruppo o nelle mie conferenze NON ESISTE UNA LINEA GUIDA PER GENITORI. 
Così come non esistono, per fortuna, mamme e papà perfetti.
Sono anni di duro allenamento, fatto di tentativi ed errori. Serve però capire che è possibile trovare delle strategie per fronteggiare questa fase!